UNA VISIONE AMPIA
DELLA MALATTIA
Ippocrate (nato nel 460 a. C.), considerato il simbolo stesso dell’ arte medica, sulle cui affermazioni tutt’oggi ogni medico fa un giuramento prima di iniziare la professione, dice: “Se qualcuno desidera la salute, prima bisogna chiedergli se è pronto a eliminare la causa della sua malattia. Sarà allora possibile aiutarlo”.
Questa affermazione, contiene una verità non può essere limitata ad un tempo o ad uno spazio. Allora come oggi risulta estremamente saggia e in essa risalta il concetto di “responsabilità”. Ossia, se una persona non è disposta ad affermare davvero in sé stessa la scelta di guarire, nessuno può fare qualcosa per aiutarla, ma se questa scelta c’è, ed in funzione di questa scelta si è disposti a fare ciò che è necessario per riconoscere, comprendere e trasformare la causa della malattia, allora la Vita ci mette a disposizione gli strumenti più idonei affinché questo possa avvenire.
Fatta questa premessa possiamo quindi affermare che la malattia, compresi tutti i sintomi ad essa correlati, è la conseguenza di un “qualcosa” che si è verificato precedentemente. Ora, se io malato ricorro ad un medico o a un terapeuta chiedendo che intervenga sulla sintomatologia, è come se nel momento in cui sul cruscotto mi si accende la spia luminosa dell’olio chiedessi al meccanico di coprirla o di spegnerla; quanto potrebbe funzionare la macchina se non si risolve la causa iniziale aggiungendo o cambiando l’olio al motore?
E secondo voi quanto può funzionare bene il nostro organismo se nel momento in cui ci avverte, attraverso dei sintomi, che qualcosa si è inceppato, annulliamo l’allarme senza ricercare e risolvere la causa?
Vi sognereste mai in caso di incendio di disinnescare l’allarme e sorvolare sul “perché” è scattato?
L'approccio della Medicina Metafisica.
La guarigione come processo di comprensione profonda della malattia